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Perché costruire in legno

Il legno impiegato nelle costruzioni è una misura efficace.

Ne viene incentivato l’utilizzo attraverso politiche mirate di sviluppo, dall’edilizia pubblica a quella privata.

Una casa indipendente in legno massiccio compensa da sola le emissioni di CO2 di 100 voli di andata e ritorno tra Berlino e New York. In questo modo l’edilizia si trasformerebbe da fonte di CO2 in un potente serbatoio.

Costruire con il legno: una via d'uscita dalla crisi climatica

L’aumento della popolazione mondiale, la crescente urbanizzazione e l’incremento della prosperità renderanno necessari miliardi di nuovi alloggi nei prossimi decenni. Tuttavia, “continuare come prima” comporterebbe emissioni cumulative di gas serra del tutto incompatibili con gli obiettivi climatici. D’altro canto, una rivoluzione dei materiali nel settore delle costruzioni, in grado di sostituire i materiali da costruzione più dannosi per l’ambiente, come il cemento e l’acciaio, potrebbe contribuire a stabilizzare il clima. Una simile rivoluzione dei materiali può essere doppiamente vantaggiosa per il clima. In primo luogo, perché evita le emissioni di gas serra derivanti dalla produzione di cemento e acciaio e, in secondo luogo, perché le costruzioni con materiali organici si trasformano in un serbatoio di carbonio, in quanto la CO2 che gli alberi hanno precedentemente assorbito dall’aria e immagazzinato nei loro tronchi viene immagazzinata, ad esempio, nel legname da costruzione.

Lo studio “Buildings as a global carbon sink | Nature Sustainability”, pubblicato da un team internazionale nel gennaio 2020, dimostra che gli edifici possono diventare un pozzo di carbonio globale. Galina Churkina, autrice principale dello studio, scrive: “L’urbanizzazione e la crescita demografica creeranno un’enorme domanda per la costruzione di nuovi edifici residenziali e commerciali – quindi la produzione di cemento e acciaio rimarrà una delle principali fonti di gas serra, a meno che non si agisca”. Inoltre, Galina Churkina, affiliata alla Yale School of Forestry and Environmental Studies negli Stati Uniti e al Potsdam Institute for Climate Impact Research in Germania (PIK), afferma: “Tuttavia, questi rischi per il sistema climatico globale possono essere trasformati in un mezzo efficace per mitigare i cambiamenti climatici se aumentiamo notevolmente l’uso del legno ingegnerizzato nel settore delle costruzioni globale. La nostra analisi mostra che questo potenziale può essere realizzato a due condizioni. In primo luogo, le foreste tagliate sono gestite in modo sostenibile. In secondo luogo, il legno proveniente dalla demolizione degli edifici viene riutilizzato”.

Nello studio, gli scienziati hanno calcolato quattro scenari per i prossimi trent’anni. Ipotizzando uno sviluppo “business as usual”, entro il 2050 solo lo 0,5% dei nuovi edifici sarà costruito con il legno. Questa percentuale potrebbe salire al 10% o al 50% se la produzione di legno di massa aumenterà di conseguenza. Gli scienziati spiegano che è possibile arrivare al 90% di legno nelle costruzioni se anche i Paesi con livelli di industrializzazione attualmente bassi passeranno a una produzione di legno diffusa. Ciò potrebbe comportare lo stoccaggio di 10 milioni di tonnellate di carbonio all’anno nello scenario più basso e di quasi 700 milioni di tonnellate nello scenario più alto.

“Gli alberi ci offrono una tecnologia di una perfezione senza precedenti”, afferma Hans Joachim Schellnhuber, coautore dello studio e direttore emerito del rinomato Potsdam Institute for Climate Impact Research di Berlino. “Secondo Schellnhuber, estraggono la CO2 dalla nostra atmosfera e la convertono in ossigeno per noi da respirare e in carbonio nel tronco dell’albero che possiamo utilizzare. Non riesco a pensare a un modo più sicuro per immagazzinare il carbonio. L’umanità ha usato il legno per molti secoli per costruire strutture, ma ora, con la sfida della stabilizzazione del clima, stiamo parlando di un ordine di grandezza completamente nuovo. Se trasformiamo il legno in moderni materiali da costruzione e gestiamo saggiamente la raccolta e la costruzione, noi esseri umani possiamo costruire una casa sicura sulla Terra”.

Schellnhuber è convinto che con l’architettura rigenerativa “potremmo virtualmente costruire la nostra via d’uscita dalla crisi climatica”. I suoi calcoli lo dimostrano: Una casa indipendente in legno massiccio compensa da sola le emissioni di CO2 di 100 voli di andata e ritorno tra Berlino e New York. In questo modo l’edilizia si trasformerebbe da fonte di CO2 in un potente serbatoio.

È fondamentale proteggere le foreste da un uso non sostenibile.

“Tuttavia, la nostra visione di gestione e regolamentazione sostenibile potrebbe effettivamente migliorare la situazione delle foreste in tutto il mondo, in quanto ad esse verrebbe assegnato un valore più elevato”, spiega il co-autore Christopher Reyer.

Gli scienziati riassumono nello studio diverse catene di prove, dalle statistiche ufficiali sui raccolti di legname a complessi modelli di simulazione, e su questa base stabiliscono che teoricamente il potenziale attualmente non sfruttato dei raccolti globali di legname coprirebbe la domanda dello scenario del 10% di legname. Potrebbe addirittura coprire la domanda degli scenari del 50 e 90 per cento di legno se la superficie per persona negli edifici di tutto il mondo non aumentasse, ma rimanesse alla media attuale. “L’incertezza è notevole, così come la forte necessità di un’analisi del fabbisogno di legno.

 

Bibliografia

 

Alcuni dati

Il tasso di utilizzo della risorsa legno, risulta comunque nettamente inferiore al tasso di crescita: smentendo una credenza diffusa, le riserve forestali aumentano mentre le foreste diventano sempre più vecchie e per poter garantire al bosco un equilibrio naturale occorre pianificare tagli e consumi del legno.

Le foreste in Europa crescono di circa 5000 chilometri quadrati l’anno.

Nel nostro paese i freni alla diffusione delle abitazioni a struttura di legno sono di tipo culturale.

Si tende ad associare l’immagine di tali edifici agli chalet di montagna, a manufatti provvisori, ad edifici di tradizione locale.

 

Gli utenti non credono alla durata nel tempo, esasperano i problemi legati alla manutenzione, sottolineano la cattiva Reazione al fuoco, senza conoscere ed apprezzare l’effettiva Resistenza al fuoco.

Ma spesso quando insorgono questo tipo di problemi sono legati ad una cattiva progettazione e/o ad una superficiale realizzazione.

In realtà possiamo vedere tutti i vantaggi dell’avere ed abitare un edificio in legno:

Strutturali

Leggerezze, sicurezza sismica, statica e al fuoco, semplicità progettuale.

Energetici

Risparmio energetico (sia in fase di produzione che durante l’esercizio), comfort abitativo.

Climatici

Materiale naturale e rinnovabile, smaltimento rifiuti praticamente inesistente.

Esecutivi

Rapidità esecuzione associata a facilita di montaggio.

Impatto minimo

Costruire in legno minimizza l’impatto su suolo, acqua e aria in tutte fasi del ciclo di vita dell’edificio: produzione, trasporto, costruzioni, esercizio, demolizione e smaltimento.

Il legno preserva le risorse, salvaguarda la flora e la fauna.

Avere la missione di piantare alberi e costruire case in legno è l’unica soluzione sostenibile per ridurre CO2 dall’atmosfera.

Infatti non basta ridurre le emissioni di CO2 occorre sottrarre quella già prodotta presente e passata.

Il legno stocca co2 ( 1 mc di legno imprigiona 1 tonnellata di co2 corrispondente alla quantità emessa da una vettura per percorrere 180.000 km), e quando lo trasformiamo in case viene a tutti gli effetti immagazzinata.

Comfort abitativo

Molti materiali da costruzione rilasciano sostanze inquinanti nell’ambiente e dunque nella casa. Solo per citarne alcuni, pitture e vernici, ma anche colle, ed alcuni derivati di legno. Alcuni isolanti contengono fibre nocive.

Si stima che passiamo al chiuso il 90% del nostro tempo, di conseguenza, respirare così a lungo queste sostanze influisce sulla nostra salute e causano mal di testa, malattie organiche reazioni allergiche.

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